Come avrete capito l'incapacitá di
comunicare é uno dei problemi che considero centrale.
Per lunghi periodi sono esistite zone
in cui una lingua comune univa decine di sottoculture diverse, basti
pensare all'impero romano, al Celeste Impero, o piú recentemente, al
Commonwealth britannico.
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Il latino è stato la lingua comune da
Cartagine a Bisanzio, da Londra a Roma, essere cittadini romani era
segno distintivo e positivo (Civis Romanus Sum) e tutti i cittadini
parlavano la lingua ufficiale (con il greco, prevalente nei territori orientali).
I dialetti locali ovviamente non venivano
esclusi, ma il latino rimaneva la lingua di tutte le transazioni
commerciali, e permetteva ai membri dell'impero di interagire senza
troppe difficoltá.
Quindi, come mai se un impero come
quello romano ha avuto una durata cosí lunga, non esiste piú una
lingua comune? Perchè la gente è tornata ai dialetti locali in
luogo di una COMODA lingua comune?
L'impero romano dopo aver raggiunto un
punto di massima espansione attorno all'anno 70 con la conquista
delle provincie della britannia, inizió un processo di maturitá e
decadimento.
Come un corpo vivo venne attaccato da
invasori esterni i "Barbari" (166-476 invasioni barbariche).
Unni Vigoti,
Ostrogoti, popoli che in altri tempi sarebbero state ricacciate a calci nel
culo da dove venivano, ma Roma non era piú quella di un tempo.
L'impero romano cadde, questo peró non
significó che le tradizioni secolari impiantate dai romani siano
sparite in poco tempo, Carlo Magno chiamó il suo impero "Sacro
e Romano", e il latino rimase la lingua della chiesa e delle
istituzioni "alte" per molto tempo.
Perchè allora non si parla piú
latino?
Esistono sicuramente varie ragioni che
hanno portato alla sparizione del latino come lingua, e queste
ragioni valgono per tutte le lingue *.
Intanto dopo il crollo dell'impero si
ridussero le occasioni di utilizzo del latino, gli interessi da
nazionali divennero locali, il tessuto sociale si sfilacció, le
provincie granaio perdetteró lo sbocco per i loro prodotti, e lo
stesso accadde con tutte le altre provincie´"specializzate"
in breve tempo il latino perdette la sua utilitá diventando una
lingua "colta" che era conosciuta solo da una parte della
struttura sociale, quella piú ricca (ancora adesso al liceo si
studiano Latino e Greco, e i licei vengono considerati scuole "alte).
Il latino in questo momento non era
ancora sparito dal background culturale delle classi contadine e meno
agiate, ma si stava mescolando (piú di quanto giá non lo fosse) con
le lingue ed i dialetti locali, dando origine ad ibridi che si
allontanavano sempre di piú rispetto all'originale, rendendo piú
complicato capirsi fra le varie provincie.
Questo è a grandi linee la situazione
storica nella quale si trovava l'impero romano al tramonto, ma la
vera ragione per cui il latino, lingua ricca e duttile, è sparito, è
l'ignoranza.
Si, l'ignoranza.
Intanto per quanto il latino fosse
codificato e possedesse delle regole precise, queste regole non erano
conosciute dalla maggior parte della popolazione, che non aveva
accesso ad un istruzione, quindi lentamente "Ego sum" si è
trasformato in "Yeo sum" (magari attraverso successive
dominazioni) che sono andate ad intaccare la tradizione linguistica
orale (l'unica alla portata della maggioranza) fino a rendere il
latino una lingua cadaverica e putrefatta, sopraffatta da lingue
moderne ed innovative, la lingua dei rutti, ad esempio.
Quindi se l'educazione fosse stata
universale si sarebbe riusciti a conservare una lingua comune?
Francamente non credo. Ogni generazione
apporta dei cambiamenti alla propria lingua, cambi che per quanto
"inutili" sono fisiologici, come l'uso della "K"
al posto della Ch", modifiche piú utili a marcare la propria
identitá generazionale che a sopperire ad una reale necessitá.
E ovviamente non è un fenomeno
limitato solo all'italia, Spagna ed Inghilterra ne soffrono nella
stessa maniera
Es:
"Tonite" "K tal" "K fai?",
E credo di poter generalizzare per
tutte le lingue alfabetiche, mentre non ho idea di come si siano
modificate nel tempo lingue ideografiche come il cinese, so che ci
sono state delle variazioni nella maniera di dipingere l'ideogramma,
ma forse sono state meno incisive (se qualcuno di voi ne sa di piú a
riguardo, apra la bocca, saró felice di modificare).
Le modifiche che la nuova generazione
apporta alla lingua si stratificano e dopo un periodo in cui vengono
osteggiate dalla vecchia guardia, entrano nell'uso comune (Il
pneumantico è un errore comunemente accettato, oramai anche la
Crusca lo ammette).
Esistono enti come l'accademia della
Crusca, dedicati alla preservazione della purezza della lingua,
ma possono fare poco anche loro. Cosa
potrebbero fare del resto contro orde di adolescenti armati di
cellulare? Certo, una soluzione potrebbe essere impedire di
utilizzare Social network/Blog/Strumenti di comunicazione a chiunque
non sia capace di parlare e scrivere correttamente la lingua,
istituire un reato di "insulto alla lingua ufficiale"
punibile con tre/sei anni di reclusione, ma altrimenti, la guerra è
persa.
Dobbiamo rassegnarci ad un futuro dove
skrivero' Kosi.
Poi dovrem rasgnarc ad un Futur dov si
skriv Ksy.
E anche li ci saranno quelli che
romperanno i coglioni, ricordandoví che dopo la y ci va
l'apostrofo.
Ma tanto non li ascolterá nessuno.
Kurdty'
"Quindi, come mai se un impero come
RispondiEliminaquello romano ha avuto una durata cosí lunga, non esiste piú una
lingua comune? Perchè la gente è tornata ai dialetti locali in
luogo di una COMODA lingua comune?"
Secondo la mia teoria, per un semplice fatto socio-politico-culturale.
Prendiamo una terra X dove si parla una lingua Y.
Arrivano i Romani e conquistano tutto. Viene introdotto il latino.
man mano che la terra X viene integrata eliminando le eventuali sacche di resistenza (beninteso, anche quelle culturali), la maggior parte dei cittadini di livello medio-alto noterà che è comodo avere una lingua comune che evita fastidiosi fraintendimenti e lenta comprensione col nucleo centrale dell'Impero, quindi si da il via, per quelli che se lo possono permettere, a un tipo di educazione che veda i futuri cittadini già forniti della lingua latina.
Inutile dire però che al povero contadinaccio tagliato fuori dal mondo il latino interessa relativamente poco, per cui la sua lingua sarà nel migliore dei casi un misto di Y e latino, che si imbastardirà diventando alla fine un risultato lontano dall'uno e dall'altro.
La situazione perdura sino al perdurare dell'Impero.
Una volta che crolla l'impero, le radici culturali della terra X tornano alla luce grazie ai pincopallino linguisti di turno che nonostante l'apprendimento del latino hanno sempre coltivato la loro propria lingua.
Morto (o imbastardito, o trasformato, fate voi) il latino, beh, quel che rimane altro non è che quella lingua originaria oppure la sua versione volgare Y+latino.
E' lo stesso discorso per il quale i miei nonni capiscono al volo se parlo in sardo con loro, ma dell'italiano c'azzeccano relativamente poco. Eravamo una terra X con la lingua Y (sardo). Poi è arrivato l'italiano e abbiamo creato un Y+italiano. Non a caso molti ragazzi oggi rendono in sardo un sacco di parole che non esistono, prendendole in prestito dall'italiano.
Dovesse morire l'italiano, torna il sardo vero o la lingua deforme ed italianizzata. Va tuttavia considerato che essendo un'isola alquanto... isolata, il paragone con l'impero romano è da prendere relativamente alla leggera.
Tu che ne dici?
Maroc
Esiste ovviamente anche il fenomeno di "ritorno al passato" in inghilterra le vecchie tradizioni linguistiche si sono mescolate con le nuove, ma altrove, ad esempio spagna, francia, italia e portogallo, le "vecchie" tradizioni" erano state completamente o quasi sostituite dal latino.
RispondiEliminaPensa agli stati uniti, se domani crollassero, nessuno tornerebbe alla lingua indiana.
Riguardo al sardo, sai che? è una lingua bastardizzata già da millenni, "domo" viene dal latino, "cadira" dal portoghese, "Mesa" dallo spagnolo, ed è quasi tutto così, abbiamo preso da tutte le dominazioni un po', rimangono addirittura un po' di parole legate direttamente ai fenici :)
RispondiEliminaPardon, mi devo essere espresso male io.
RispondiEliminaCerto, il sardo altro non è che un melting pot di decine e decine di linguaggi passati al centro del mediterraneo, e di sicuro molte parole appartengono a radici diverse.
Il sardo bastardizzato come lo intendevo io è quello storpiato dalle giovani generazioni d'oggi, che lo parlano giusto per insultarsi a vicenda. Poi quando incontrano termini che esulano dalle loro conoscenze, come "porta" ---> "janna", o "ecca" qui in Campidano, allora si trasporta impunemente dall'italiano il termine corrispondente, facendo così diventare "s'ecca" "sa porta".
Se penso che perfino a mio nonno un paio di volte è sfuggito un "sa porta" mi vengono i brividi.
Conseguenze dell'ignoranza, come tu hai giustamente specificato.
Ignoranza, pigrizia, e disinteresse per le proprie radici culturali.
Poi è anche vero che per fortuna/sfortuna (dipende dai punti di vista) questo fenomeno si verifica sempre più spesso nell'hinterland delle città più "progredite". Di certo basta fare un salto all'interno dell'isola (Tonara, Seui, o anche solo Senorbì e Siurgus) per vedere che la lingua sarda è tutt'altro che morta.
Più che altro rimangono sempre i soliti dibatitti su QUALE variante della lingua sarda sia quella originale, ma a parlar di questo si finisce off topic, per cui chiudo qui.
Intanto sono abbastanza sicuro che il sardo non morirà almeno per i prossimi 300-350 anni, dal momento che ora è insegnato perfino nelle scuole elementari. Incrociamo le dita.
P.s: per quanto riguarda gli Stati Uniti, credo non tornerebbero alla lingua indiana neanche potendo: volenti o nolenti, i coloni erano inglesi, francesi e spagnoli. Gli USA sono solo un prolungamento della vecchia Europa, i pellirosse (specialmente nelle condizioni attuali) una minoranza risibile senza potere ed importanza.
Maroc
Lo scadimento della lingua sarda è terribile, quando ero piccolo ancora si parlava un qualcosa di simile al "sardo" ovvero una lingua completa con delle differenze molto marcate rispetto all' "italiano", oramai no, sento come dici tu, "sa potta" in luogo di "sa Genna" o "su vidru" in luogo di "su cidru" e l'elenco è lungo.
RispondiEliminaLa variante della lingua sarda da adottare? quella di lunamatrona. Perchè? mi piace il nome.
Riguardo gli indiani, l'esempio è calzante perchè benchè gli usa siano come dici tu, un "prolungamento" della vecchia inghilterra, questa era la situazione che si verificava ad ogni conquista, solo pochi imperi sono stati capaci di non disintegrare le radici culturali dei paesi che conquistavano.
(O massacrarne gli abitanti)
No io opterei per la variante di Gonnosfanadiga.
RispondiEliminaIl nome è più bello xD
"Solo pochi imperi sono stati capaci di non disintegrare le radici culturali dei paesi che conquistavano". Hmmmm... purtroppo la tolleranza non è tra le virtù del genere umano, checchè se ne dica. Anche la tolleranza per le lingue, evidentemente.
Maroc