Nato a Cattolica, in
Emila Romagna, il grande pilota Sorci Marconcelli è morto l'altro
ieri, investito da Rossino Volli un altro grande pilota e suo amico.
“C'era una volta”
iniziano di solito le favole, e c'era una volta un ragazzo che si
divertiva ad andare a cavallo. era velocea molto veloce, non lo fermava
nessuno, era alto il ragazzo, molto alto, tanto che avevano dovuto
cambiare le bardature a tutti i cavalli montati nella sua carriera di
fantino.
Aveva cominciato a montare
i pony già in tenera età, che ancora aveva dodici anni, e già li
aveva dimostrato grandi doti che lo avevano portato a salire in breve
tempo di categorie, spingendolo, ancora giovanissimo a sferzare
cavalli di ben altra taglia.
“Campione del mondo!
Sei campione del mondo!”
Gli aveva gridato il padre
quando finalmente dopo un anno di gare era riuscito a vincere il
campionato di categoria dei cavalli d'acciaio alti due metri e
cinquanta al garrese.
“Si papà, si papà!”.
Sorci era iperattivo, e aveva sempre avuto una criniera di capelli
castani e maestosi,
Il papà si chiamava Lapo
Marconcelli e lo aveva seguito dall'inizio, incoraggiandolo ad ogni
caduta.
Una volta il piccolo
Sorci s'era schiantato contro un palo, rimediando una gamba rotta e
parecchi graffi su tutto il corpo
“Non correrò più papà!
Mi Fa male tutto!vara ma què, so tut rot!”
“Vuoi veramente mollare
adesso?”. Disse papà Lapo accarezzandogli la gamba ferita.
“La vita è una burlona
sai? mette alla prova i suoi preferiti, a volte, per vedere quanto
desiderano veramente quello che fanno, ora di fronte a te ci sono due
strade, puoi rialzarti e riprovare, oppure decidere di abbandonare e
andare da un altra parte, ma sappilo da adesso, nulla è gratis.”
“Cosa vuol dire papà?”
E gli occhi del bambino s'erano fatti seri,.Anzi per correttezza
dovremmo dire “L'occhio” perchè l'altro era completamente
coperto dal cespuglio di capelli che cadevano in ogni dove come un
rovo di rampicanti.
“Vuol dire figliuolo che
anche se deciderai di fare il medico, potrebbe succedere qualcosa che
ti farà male”
“Un medico non può
cadere dal cavallo, però” Ribatte il ragazzo, un po' confuso dal
discorso del suo vecchio.
“No, pero' un medico può
sbagliare e fare male ad un paziente, un operaio può cadere da un
impalcatura, e un pittore.. beh un pittore può morire di fame”
Il bambino non rispose,
scostò il ciuffo di capelli dal viso e guardò negli occhi il padre,
rialzandosi.
“Ho capito papà” E
risalì in sella al suo destriero, che pure lui zoppicava un po'.
Il tempo era passato in
fretta e Sorci Marconcelli dopo aver vinto il campionato di seconda
categoria di Galoppo, era stato chiamato da una scuderia famosa, la
Grissin che gli aveva offerto di diventare il loro fantino ufficiale
nella massima categoria di(gp) Galoppo libero, dove solo i migliori
fantini guidavano sulla pista i migliori cavalli. I più grandi e
muscolosi.
Ne era entusiasta, il
sogno di una vita era diventato realtà, sua madre, una donna
grassottella paziente aveva preparato la piadeina civolla e
salsecca per
tutti, gli amici erano venuti giù dal bar del paese per
festeggiarlo.
Pacche sulle spalle,risate e abbracci. Bicchieri di
vino rosso venivano riempiti e svuotati, gli amici dello storico bar
“VaccaBoia” con la scusa della festa si disfacevano come fogne,
sparando brindisi su brindisi, come manco mitragliette partigiane sui
colli della seconda guerra.
Lapo, seduto ad un angolo appoggiato alla balaustra
sorrideva soddisfatto anche lui, non c'erano nuvole quel giorno,
nessuna che si potesse vedere, almeno, anche il proprietario della
scuderia “Grissin” era felice, non era facile
trovare campioni del calibro di sirco, ma il suo fiuto non l'aveva
mai tradito, sarebbe sicuramente diventato il primo vincitore del Gp.
Il Campionato di Gp stava per iniziare, a Sirco era
stata affidato il cavallo da corsa più grande della scuderia, il
destriero si chiamava “ Tromba Marina” , e nessuno era mai
riuscito a domarlo , molti si erano avvicendati alla sua
guida, ma ineluttabilmente si erano ritrovati sbattuti a terra, uno
dopo l'altro, insieme ai loro sogni di gloria.
Ma Sirco era un lottatore, il primo giorno entro nella
stalla, fece uscire tutti e chiuse la pesante porta di mogano con su
incise in oro le iniziali “M&g”, squadrò da lontano il
cavallo ancora rinchiuso nella sua gabbia, e si sedette su una panca
accanto a lui.
Il cavallo sbuffava dalle gigantesche frogie,
orientandogli contro un respiro puzzolente di fieno e umido come la
foresta amazzonica. Sirco lo guardò e parlò.
“Io non ho paura di te, sai? So già che non sei
cattivo, e non voglio nemmeno domarti, se è questo quello che credi”
Il cavallo smise di sbuffare e abbassò la testa,
portando i propri occhi neri, scuri come il carbone e profondi come
galassie all'altezza della chioma riccioluta di Sirco.
“Io so che hai paura. Anche io l'avevo, una volta. So
che hai paura di cadere e spezzarti una zampa, e di conseguenza
diventare una fettina alla brace, ecco perchè non vuoi farti montare
da nessuno, e non permetti a nessuno di entrare nella tua gabbia
senza morderlo. Hai paura, e ti rispetto."
“Ma volevo dirti che io non tenterò di salirti in
groppa, se tu non vuoi, non ti forzerò, so però che l'unica maniera
per non avere più paura è affrontarla, e vincerla."
"So che anche tu odi stare tutto il tempo rinchiuso,
prendendo staffilate di quando in quando solo perchè la gente non ti
capisce. Pensa agli onori che avremo quando vinceremo il Gp! Nessuno
oserà più toccarti, se non per accarezzarti, diverrai il cavallo
più famoso del pianeta, e nessuno, nessuno, vorrà fare bistecche di
te."
All'udire queste parole il cavallo sollevò la testona e
si girò. Per un attimo Sirco temette che stesse per scalciarlo via,
poi Tromba Marina si abbasso sulle ginocchia di fronte , e aspettò.
Sirco aprì la gabbia, camminando come su un tappeti di
fieno e letame, e passo sul lato sinistro del cavallo, per non
infastidirlo, lentamente avvicinò la mano al muso dell'animale, che
non lo aveva mai perso di vista, e lo toccò.
Uscirono insieme e trionfanti dalla stalla, i fattori
sgranavano gli occhi, le fattrici vestite di bianco si portavano le
mani alla bocca, estasiate da quello strano incontro di capelli e
cavalli.
Tromba marina manteneva comunque un caratteraccio,
rifiutava orgogliosamente qualsiasi sella, Sirco aveva tentato a
convincerlo per qualche tempo, ma alla fine aveva accettato la cosa
come una parte dell'accordo fra uomo e cavallo, e s'era adattato a
cavalcare a pelo, cosa che rendeva ancora più stretto e profondo il
legame fra i due.
E arrivò il giorno del Gp-
Ogni scuderia aveva costruito nell'ippodromo una stalla
smontabile, tutte a parte quella di Sirco, che era arrivato
nell'ippodromo giusto dieci minuti prima dell'ora della partenza, in
sella a Tromba Marina.
Quella notte aveva dormito con il cavallo, sdraiato ad
un lato della stalla, appoggiando la testa sopra un cumulo di
trucioli di legno, preparandosi alla sfida del giorno dopo.
“Ce la faremo, vedrai, e non ti succederà niente,
perchè io sono con te. Anzi! Io sono te, in qualche modo,
sento quello che senti, vedo quello che vedi, e spero esattamente in
quello che speri tu.”
“Il traguardo vedo, e vedo noi che lo tagliamo, primi
e solitari, in barba a tutti quei lord inglesi e i loro purosangue,
io sono il miglior fantino, e tu il miglior cavallo, non temere”.
Al via stavano tutti i più famosi cavallerizzi del
mondo, c'era il grande Corr Tant un fantino Norvegese alto due metri
e mezzo, in cima al suo destriero Tutstort, che sudava per lo sforzo,
c'era il grande Cavallo Vabenn, che a causa del suo caratteraccio era
l'unico cavallo senza fantino, e c'era anche il più grande di tutti,
il famosissimo Rossino Volli in sella al suo cavallo, Granducato.
Volli aveva vinto nove volte il gp, era riconosciuto
come il migliore di tutti, ma aveva pochi amici, perchè chi sale
molto in alto trova sempre poca compagnia.
Ma Volli era nato nella stessa contea di Sirco e s'erano
incontrati per caso, ad un abbeveratoio mentre si concedevano una
pausa dagli allenamenti e s'erano subito messi d'accordo per una
corsa lungo i colli della contea, una corsa amichevole, che s'era
conclusa a casa di Volli, come si diceva in quella contea, a
tarallucci e vino.
Erano amici fuori dall'ippodromo pero', in pista era un
altra storia, e quando si videro
alla partenza s'abbracciarono, ma i loro occhi
promettevano battaglia e spallate, nessuno dei due avrebbe fatto
sconti.
Al via c'era anche il più temuto di tutti i fantini,
non certo il migliore, ma il più aggressivo e duro, si chiamava
Piedra Ferrosa, ed era nato in Messico, e si raccontava in giro che
avesse imparato a cavalcare sui Coyote prima di riuscire a rubare il
suo primo cavallo. Attualmente stava fieramente eretto sopra il suo
“Malnacido” un Anglo-Arabo-Bastardo nero nero nero.
Ma ovviamente non c'erano solo i più grandi, fantini di
ogni nazione e ogni colore erano venuti a difendere l'onore della
loro scuderia e cercare un posto al sole della gloria, Edmondo
Colica a in sella a “Sudore Freddo” ; Maccatto Lateca
originario il fantino collezionista, in sella a “Tutankamon” il
cavallo più vecchio del gp, e c'era persino Matu Salemme il
Fantino più vecchio del Circus con il suo “Mosè”, e tanti altri
ancora.
“Sulla linea del via, tutti affiancati, possiamo
riconoscere Volli, Marconcelli e Piedrosa, già pronti a scannarsi,
Piedrosa è noto per le sue tecniche a, pi limiti del regolamento,
roverà anche oggi ad avvantaggiarsi in maniera illecita?
Ma attenzione, vediamo Marconcelli avvicinarsi al
Piedrosa, forse stiamo per assistere ad una rissa in diretta signori!
Rimanete collegati, non possiamo certo perderci uno spettacolo
simile, qui su Italia Channel! ma.. ma.. Marconcelli allunga la mano
a Piedrosa, vuole salutarlo! Non s'era mai vista una cosa del genere,
Piedrosa è noto per non avere amici, e nessuno ha mai desiderato
stringergli la mano per paura di qualche strano imbroglio
architettato dal sudamericano.
Piedrosa restituisce la stretta di mano, beh, non avevo mai visto una cosa del genere in vent'anni di telecronache del Gp, ma è anche vero che nessuno era mai andato a stringere la mano al Piedrosa!.
Piedrosa restituisce la stretta di mano, beh, non avevo mai visto una cosa del genere in vent'anni di telecronache del Gp, ma è anche vero che nessuno era mai andato a stringere la mano al Piedrosa!.
Tutti i cavalli sono allineati sulla linea di partenza,
sbuffano e pitano dalle frogie e sbattono gli zoccoli per terra, come
tamburi di guerra, i fantini guardano avanti, le orecchie tese a
sentire la pistolettata dello starter.
“Tre, due, uno..”
“Tre, due, uno..”
“BANG!”
E repentino un mulinio di zampe, polvere e fantini si solleva e nasconde alla vista tutto quanto.
Polvere, polvere e polvere.Aolo polvere circondava i nostri attori.Personaggi di quella che avrete intuito essere una tragedia.
Usciti dal polverone usciva lentamente al trotto il gruppo dei cavalieri tutti ma non più niente si muoveva, nel tempo nulla si muoveva.
Al centro della pista un corpo, immobile, stava.
Il suo cavallo, docile, aspettava si rialzasse, leccandogli il volto misericordioso.
Il papà lapo era arrivato più veloce del lampo, accanto al corpo del figlio, steso come una coperta sul selciato.
Nessuno si muoveva dagli spalti.
Sirco immobile stava al centro della pista.
Gli spalti erano silenziosi. Ed in silenzio dovremmo stare anche noi.
La morte è uguale per tutti.
Kurdt.
Polvere, polvere e polvere.Aolo polvere circondava i nostri attori.Personaggi di quella che avrete intuito essere una tragedia.
Usciti dal polverone usciva lentamente al trotto il gruppo dei cavalieri tutti ma non più niente si muoveva, nel tempo nulla si muoveva.
Al centro della pista un corpo, immobile, stava.
Il suo cavallo, docile, aspettava si rialzasse, leccandogli il volto misericordioso.
Il papà lapo era arrivato più veloce del lampo, accanto al corpo del figlio, steso come una coperta sul selciato.
Nessuno si muoveva dagli spalti.
Sirco immobile stava al centro della pista.
Gli spalti erano silenziosi. Ed in silenzio dovremmo stare anche noi.
La morte è uguale per tutti.
Kurdt.
Mi piace vederlo come l'ennesimo omaggio ad un italiano famoso morto troppo giovane, anche se intuisco una nota (direi una sinfonia) di rottura di balle per l'ennesimo fatto di cronaca trasformato in circo mediatico...
RispondiEliminaInfatti è allucinante che abbiano trasformato tutto questo in un circo.
RispondiEliminaPOI sono morte un casino di persone in un terremoto in turchia.
Ma chi se ne fotte?
Ma di che cazzo vi stupite? A Fukushima e Chernobyl non hanno mica finito di soffrire. E' solo che ci sono altre morti più succose di cui parlare.
RispondiEliminaQuando si esaurirà l'Effetto Simoncelli si ripasserà a quello Scazzi.
Esaurito quello Scazzi, si passerà a quello Cassano che tanto nel mentre sarà morto.
Benvenuti nella società odierna.
Quella che il processo Kercher lo giudica con un "Mi piace/Non mi piace" a mo' di Facebook.
Ma dio obsoleto...
Maroc
Eh eh eh :) Esattamente quello che volevo dire io, solo che tu hai il dono della sintesi, io ho dovuto metterci cinque pagine. ;)
RispondiEliminaE' che dopo aver ascoltato Idioteque non potevo dilungarmi di più in questo già di per sè vaneggiante argomento LOL :D
RispondiEliminaMaroc