La rivoluzione digitale è tra noi! |
Come sapete se avete letto l'ultimo
post, ho pubblicato un racconto “lunghetto” di circa una
quarantina di pagine su Lulù, una piattaforma di autopubblicazione.
Questo mi ha permesso di riflettere sul
mondo dell'editoria moderno, intendendo con editoria tutti i
“contenuti”, siano essi giochi, libri o musica.
Solo vent'anni fa uno scrittore per
farsi leggere avrebbe dovuto passare per una gavetta lunghissima, e
solo alla fine di tutto questo avrebbe avuto l'opportunità di
pubblicare un libro e farsi leggere, questo sicuramente rendeva più
difficile l'emergere di nuovi talenti, MA eliminava buona parte
dell'immondizia che veniva spedita alle case editrici.
Le case editrici fungevano da primo
“filtro”, e nello stesso modo agivano le varie Sony, Emi, Geffen
per la musica, eliminavano quello che evidentemente non era buono, un
gruppo terribile come “lo stato sociale” non sarebbe mai venuto
fuori vent'anni fa. Questo riduceva la scelta, perchè
molti autori innovativi dovevano
combattere contro le resistenze degli editori, ma quantomeno
risparmiava al lettore di fungere da filtro egli stesso.
Con il web il paradigma è cambiato completamente, Napster ha aperto le danze con la musica, rendendola libera e liberamente scaricabile, Library.Nu l'ha fatto con i libri, potete leggere i fumetti online e scaricare più o meno qualsiasi cosa attraverso i canali P2p e online lockers, come mediafire&Affini.
Con il web il paradigma è cambiato completamente, Napster ha aperto le danze con la musica, rendendola libera e liberamente scaricabile, Library.Nu l'ha fatto con i libri, potete leggere i fumetti online e scaricare più o meno qualsiasi cosa attraverso i canali P2p e online lockers, come mediafire&Affini.
Questo ha reso possibile scaricare
materiale protetto da copyright senza subirne nessuna conseguenza
legale.
Gli editori hanno reagito a questa
situazione semplicemente negandola. Facendo
finta che il web esista, ma sia solo un grande mercato delle vacche
virtuale, dove esporre come una volta la propria merce. Questa
strategia non funziona per una serie di motivi.
1 Chiunque può scaricare la stessa merce GRATIS.
Difficile fare concorrenza al GRATIS.
- Aggredire siti come The Pirate Bay non funziona, è troppo lungo abbatterne uno, ed è troppo semplice metterne su un altro.
- L'industria musicale è rimasta identica a se stessa per lungo tempo, ha raggiunto dimensioni ciclopiche grazie al fatto di essere stata per lungo tempo un passaggio obbligato per qualsiasi autore.
Ora
non voglio dare giudizi riguardo la pirateria, ho già detto come la
penso in passato, piuttosto mi piacerebbe ragionare su quello che
sono gli editori e sul perchè non possono cambiare come molte
persone si auspicano.
Gli
editori moderni, siano essi la Emi o Mondadori, di qualsiasi cosa si
occupino, non possono cambiare, sono diventati troppo grandi,
possiedono una quantità di personale mastodontico, e badate bene,
non mi riferisco solo a editor, grafici, lettori, persone che
comunque avrebbero il loro spazio anche nel mercato digitale. Mi
riferisco a quella parte di maneggioni che se Mondadori passasse con
decisione all'ebook, semplicemente sparirebbero.
Se Mondadori (che è solo un esempio, tutti gli editori italiani funzionano nello stesso modo) eliminasse la carta, anche gradualmente, ci sarebbero migliaia di persone che non avrebbero più spazio nel suo organigramma. Intere sezioni sparirebbero nel nulla, persone con contratti fissi, che non puoi licenziare.
Se Mondadori (che è solo un esempio, tutti gli editori italiani funzionano nello stesso modo) eliminasse la carta, anche gradualmente, ci sarebbero migliaia di persone che non avrebbero più spazio nel suo organigramma. Intere sezioni sparirebbero nel nulla, persone con contratti fissi, che non puoi licenziare.
Persone
che fanno funzionare le stampe, prendono contatti con i distributori,
distributori, controlli qualità che diverrebbero improvvisamente
inutili, e chi più ne ha più ne
metta.
Le
grandi case editrice sono come dei dinosauri durante la grande
estinzione K/t, giganti inadatti al cambiamento epocale che si
trovano ad affrontare.
No?
Gli
editori ora stanno tentando di preservare il modello che ha
funzionato per decenni, mentre dovrebbero prima di tutto snellire la
loro struttura e cominciare sul serio a cercare gente capace di
scrivere, smettendola di spingere autori bolliti e incapaci come, per
esempio, Fabio Volo.
Ma
mettendo per un attimo da parte gli editori, che anche in futuro
avranno una ragione di esistere (i nuovi
editori) esiste grazie al Web una nuova forma d'editoria che potrebbe
affacciarsi nel momento in cui si diffondano i lettori E-book.
Si
tratta di una forma di editoria diffusa, nella quale il “filtro”
non viene compiuto più da un editore ma dalle persone che leggono e
offrono pubblicamente un feedback che permette di scremare le cose
pessime da quelle meno pessime.
In un modello simile l'autore è il soggetto a cui si rivolgono i lettori direttamente, deve rispondere direttamente di quello che scrive, non per interposto editore, e ovviamente intasca tutti i guadagni, non il dieci percento.
In un modello simile l'autore è il soggetto a cui si rivolgono i lettori direttamente, deve rispondere direttamente di quello che scrive, non per interposto editore, e ovviamente intasca tutti i guadagni, non il dieci percento.
Questo
vuol dire che si potrebbe persino permettere di vendere i propri
libri ad un prezzo dieci volte più basso è continuare a guadagnare
la stessa cifra (supponendo che il pubblico lo segua) con sommo
vantaggio dei suoi lettori (e dei loro portafogli).
Chiaramente
esiste più di un problema in questo modello, intanto non ci sarà
nessuno disposto a
leggerti
se prima non hai dimostrato di saper scrivere, nessuno ha voglia di
perdere il proprio tempo
dopotutto.
La maggior parte degli scrittori wannabe sono merda fusa.
Nessuno pagherà per leggere quello che hai scritto.
Questo
è un punto a favore degli editori, che prendono soldi proprio per
questo servizio, e rende la vita un po' più difficile la vita agli
scrittori che vogliono autoprodursi.
Ma
non è detta l'ultima parola, esistono varie forme di pubblicizzarsi
nella società dell'informazione, una di esse è ovviamente un blog
dove pubblicare le proprie robe, e lentamente creare un gruppo di
lettori abbastanza ampio.
Non è facile, chiaramente, ma perchè non provare? Quella digitale è la più grande rivoluzione moderna, non lasciamocela passare sotto il naso senza aver almeno provato a migliorare le cose.
Non è facile, chiaramente, ma perchè non provare? Quella digitale è la più grande rivoluzione moderna, non lasciamocela passare sotto il naso senza aver almeno provato a migliorare le cose.
Ma per migliorare le cose non occorre solo un mezzo nuovo, serve anche una mentalità nuova. Per riuscire a creare un mercato efficente dei beni digitali è necessario che la gente s'interessi sul serio a quello che legge, e sia disposta anche a comprarla (ad un prezzo equo) per sostenere l'autore dell'opera, anche se potrebbe trovare la stessa opera gratis da qualche parte.
Diciamo che avremmo bisogno di un pubblico morale, cosa difficilissima, sopratutto in italia.
Personalmente ho deciso di agire in questo modo, per la musica ho fatto un abbonamento a Spotyfy, per i giochi ho Steam, per i libri invece agisco in tre fasi :
1) Lo scarico
2) Lo inizio a leggere
3) Se arrivo a leggerlo tutto e lo scrittore e vivo, allora lo compro.
Se a metà scopro che il libro è una merda, beh, che si fotta l'autore, può morire di fame, per me.
Quindi in conclusione la morale è : " Se l'autore è morto, che si fottano figli, vedova, nipoti"
Se a metà scopro che il libro è una merda, beh, che si fotta l'autore, può morire di fame, per me.
Quindi in conclusione la morale è : " Se l'autore è morto, che si fottano figli, vedova, nipoti"
Kurdt.
Insomma la morale è :
"Se l'autore è già morto, che si fottano i figli, la vedova, i nipoti".
"Se l'autore è già morto, che si fottano i figli, la vedova, i nipoti".
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