“Oggi vi tocca la
zona di Eden Park” Mi dice il grassone, allungandomi la mappa. La
guardo, sono quaranta chilometri quadrati, non riusciremo mai a
guadagnarci un cazzo da una schifezza simile.
“Ehi,, James, sono
quaranta chilometri quadrati, amico, non ci guadagniamo manco la
benzina a fare questa porcheria”
“Mi spiace Kurdt,
questa roba io devo pur darla a qualcuno, non si sistemerà mica da
sola, ho quelli dell'ufficio addosso” mentre parla il grassone si
gratta le palle. La sua tuta è sempre la stessa ogni santo giorno,
sulla coscia ha la stessa macchia da settimane.
“Se non vi piace
il lavoro potete sempre scaricare tutte le pagine bianche e
lasciarmele, potete scommettere che troverò qualcun altro che vuole
farle”
“Che vuole
sprecare benzina?” Gli chiedo. Mi guarda come pensando cosa ci sia
di sbagliato nel lavorare gratis. Lui probabilmente lo farebbe.
“Okay, allora
smontate tutti i libri, metteteli laggiù, qualcuno che ha voglia di
consegnare quelle pagine bianche si trova di sicuro, magari ci mando
Florin, quel ragazzo è un fulmine di guerra”
Florin è un
francese buco di culo che passa la sua giornata a consegnare pagine
bianche dalla mattina alla sera, si sveglia alle sei del mattino,
arriva alle sette dal grassone, riempe la sua scassatissima Ford
Falcon fino a quando il retro quasi non tocca terra e poi parte verso
qualche regione sperduta nell'entroterra australiano. Lavora dodici
ore al giorno per un coglione, in nero.
A me comunque non
frega un cazzo di Florin, comincio a svuotare la tonnellata di libri
che giacciono nel furgone. Li prendo dieci a dieci e li lancio via,
come se fossero stronzi caldi, mi giro, ne prendo altri, li sbatto
via. Quei bastardi sembrano non finire mai, la mia donna me li passa,
io li lancio. “Proprio una bella schifezza, penso”. “Li avevamo
caricati solo la sera prima quei libri del cazzo”.
Il trippone mi si
affianca e inizia a chiacchierare, probabilmente per assicurarsi che
la prima cosa che faremo non sarà denunciarlo alla polizia.
“Siete italiani
eh?Bella roba, anche i miei nonni lo erano. Bella l'Italia”
“Bella, si.”
Dice la mia donna, ma lo guarda come si guarderebbe uno stronzo
fumante appena fatto.
“Mio nonno ha
combattuto tutt'e due le guerre mondiali, la prima con l'Italia, la
seconda con la Francia,
è morto l'anno
scorso” Probabilmente crede che le guerre mondiali siano una roba
tipo torneo di calcetto, che appena ne giochi una puoi cambiare
squadra e via.
“Quindi la seconda
guerra tuo nonno l'ha combattuta contro l'Italia? Un patriota cazzo”
gli dico
“Non lo so, non
conosco la storia tanto bene, però prendeva due pensioni, una
dall'Italia e una dalla Francia, ma non ho mai capito un cazzo di
quelle cose li.”
Finisco di svuotare
il furgone, il grassone mi passa una bustina, la apro e dentro ci
trovo seicento dollari. L'affitto di due settimane e da mangiare,
meglio di niente.
“Non è che puoi
pagarci anche questa settimana? Così non dobbiamo venire anche la
settimana prossima a romperti i coglioni”
“Si può fare, ma
vi pago un po' meno” Dice lui, fiutando la possibilità di fotterci
un po' di più. Il suo alitò puzza di carne marcia.
“No no, lascia
stare, ti chiamo la prossima settimana, aspettiamo” gli dico, la
mia donna accende il furgone, ci salgo e guardo a quella piramide di
libri accatastati e inutili. Partiamo. Per la prima volta in tutta la
giornata mi sento un essere umano decente.
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