La prima cosa che volevo scrivere, è un commento riguardo ad un post che ho letto qualche tempo fa, dove si affermava che il “new Normal” della società era quello di una piccola percentuale di ricchi e una stragrande maggioranza di poveracci, cosa che su scala globale è sempre avvenuta, ma l'autore dell'articolo affermava che questa nuovo standard sociale avrebbe creato anche nelle nazioni “ricche” una sparizione della classe media e un aumento della forbice fra ricchi e poveri, ottenendo come risultato l'estinzione degli stati “ricchi”, per lasciare spazio a mobilità sociale e recruitment online, con un aumento esponenziale della fascia povera della società.
Ora, una persona razionale vede immediatamente che questo ragionamento fa acqua da tutte le parti. Certo, se considerassimo le persone come separate le une dalle altre, probabilmente quest'idea potrebbe anche funzionare, ma una nazione per funzionare (e quindi per mantenere anche quella parte di ricchi, che avranno bisogno di infrastrutture, dorsali internet, allevatori, portavalori e compagnia bella, no?
Immaginate una nazione dove ad un 20% di ricchi e “molto benestanti” ci fosse un 80% di pezzenti alla fame, ma anche se fossero il 50% Il discorso non cambierebbe di molto. Quest'80% per sopravvivere è disposto a fare qualsiasi cosa, strapperà I cavi di rame delle dorsali internet, ruberà gli animali, rapinerà portavalori, rapirà la gente “ricca”, e potrei andare avanti all'infinito. Una società con una povertà diffusa, non funziona, e se credete che funzioni, provate a fare una megavilla nel bel mezzo di una slumville, poi fatemi sapere in quanti pezzettini vi hanno combinato.
Esiste ovviamente una soglia critica, prima della quale è ancora possibile per il ricchissimo muoversi in relativa sicurezza, una soglia prima della quale la società vede il povero come “estraneo” e quindi riesce a ghettizzarlo efficacemente, e marginalizzarne anche le azioni, rendendolo impotente.
Ma se la maggior parte della tua società è povera, la probabilità che qualcuno denunci qualcun altro per un furto è molto bassa, perché il testimone considererà il furto un modo come un altro per sfangarla e sopravvivere, non si immedesimerà nel rapinato, ma nel rapinatore.
Potete
vivere in una società simile, potete anche essere ricchi, ma non
potrete uscire la sera per paura di essere uccisi, non potete fare
una passeggiata senza rischiare di incappare in quello che vi
taglierà la gola. Certo, potete avere la vostra villona fuori città,
piena di guardie armate che impediscono a chiunque di avvicinarsi,
Sareste dei reclusi, e non vale certo la comparazione con il medioevo
(periodo in cui i poveri erano stragrande maggioranza) perché nella
società moderna anche il povero, o il gruppo di poveri possiede
strumenti di organizzazione (e armi) sufficientemente potenti da
spappolarvi il cervello da due km.
Insomma,
questa panacea liberista nella realtà non funziona.
L'anno scorso mi era finito fra le mani un libro scritto a quattro mani da Milton Friedman (!) e sua moglie Rose, libro intitolato "Liberi di scegliere" ("free to choose" nell'originale). Quelli di voi che mi leggono da qualche tempo sanno già come la penso riguardo le filosofie economiche di stampo "austriaco" o comunque turbo-liberal, semplicemente le considero stupide e inefficienti, ma questo libretto mi aveva colpito in particolare perché intendeva, ai suoi tempi, essere un libro divulgativo che portasse le idee della scuola di Chicago anche alla classe "povera" della nazione.
Un "dal big bang ai buchi neri" applicato all'economia.
Ora, tutti voi sapete spero, cosa si intenda con "scuola austriaca" e "scuola di Chicago", ma lo ripeterò per chiarezza, si tratta di due ideologie economiche che si basano su Adam Smith e sull'ideale di un "mercato perfetto" e "giusto" e di uno stato cattivo e arraffone.
Sarete sicuramente sorpresi nello scoprire che leggendo questo "liberi di scegliere" mi sono trovato a condividere alcune posizioni con l'autore del libro, principalmente il riconoscimento dei problemi, sulle soluzioni, beh, c'è parecchio da dire, e lo diremo.
Nota: Questo post è un post abbastanza mammoth, e verrà diviso in più parti per venire incontro alle vostre capacità mentali (*),cercherò di renderlo il più chiaro e divertente possibile, ed escluderò quasi tutti i termini economici, ma rimane una roba lunga. Se la cosa più lunga che avete letto quest'anno è la lista degli invitati al cenone di capodanno, beh, non fa per voi.
Intanto iniziamo col dire che Friedman è una persona che crede onestamente in quello che dice. Non sta cercando di convincere tutti che lo stato porta disastri nell'economia per un interesse personale, lo fa perché ne è fermamente convinto, e difenderebbe la sua posizione anche sotto tortura. Quindi è onesto, quando parla, anche se la maggioranza delle sue affermazioni ha, dal punto di vista pratico, lo stesso valore che potevano avere i comizi di Mao Tze Tung. Ideologia pura.
Friedman è capace di dire cose come:
The
Great Depression, like most other periods of severe unemployment, was
produced by government mismanagement rather than by any inherent
instability of the private economy.
Read more at http://www.brainyquote.com/quotes/authors/m/milton_friedman.html#D1vMHMZbpR1mU1Od.99
Read more at http://www.brainyquote.com/quotes/authors/m/milton_friedman.html#D1vMHMZbpR1mU1Od.99
The
Great Depression, like most other periods of severe unemployment, was
produced by government mismanagement rather than by any inherent
instability of the private economy.
Read more at http://www.brainyquote.com/quotes/authors/m/milton_friedman.html#D1vMHMZbpR1mU1Od.99
Read more at http://www.brainyquote.com/quotes/authors/m/milton_friedman.html#D1vMHMZbpR1mU1Od.99
La grande depressione, come altri periodi di disoccupazione
galoppante venne causata dall'incapacità gestionale del governo
piuttosto che da qualsiasi instabilità legata al mercato privato Ma anche cose come queste:
Se incaricaste il governo di gestire il deserto del Sahara, presto ci sarebbe scarsità di sabbia.
In pratica il governo è responsabile delle cose negative, tutte, perché, essendo per sua stessa natura incapace, non sarebbe capace di gestire neppure la sabbia del deserto, ma è responsabile della grande depressione.
Il governo, per Friedman è insomma un fantoccio che deve gestire un grande potere (in questo caso la stabilità monetaria) ma è per sua stessa natura, incapace e corrotto. Un po' come mettere un bambino idrocefalo di fronte ad un pulsante che, se premuto, lanci un missile nucleare. Non può funzionare bene, mai, in nessun caso.
In ogni caso gestirò questo articolo in maniera appena più schematica.
PARTE PRIMA: La funzione dello stato
Fridman si ritrova perfettamente nella definizione data da Adam Smith dei tre compiti del governo, ovvero:
Il governo deve assicurare la difesa da aggressioni straniere, istituire una rigorosa amministrazione della giustizia, provvedere alle opere pubbliche. Qualunque altro intervento del governo risulterà sicuramente dannoso. Ogni ingerenza statale nell'industria, nel commercio, nell'agricoltura altererà quell'ordine intrinseco che regna in questi grandi settori non meno che nell'attività economica individuale.
Quindi, in soldoni, Esercito, Magistratura e opere pubbliche, e laissez faire assoluto su tutto il resto. Ora, volessimo distinguere in maniera puntigliosa, sarebbe ben difficile descrivere esattamente cosa rientri sotto la categoria "opere pubbliche". Ma facciamo finta che sia chiaro, ci ritorneremo in seguito, grazie sopratutto a quello che specificherà Friedman.
Già qui, in ogni caso, se osserviamo con un minimo di raziocinio, dovremmo renderci conto di trovarci con una bella gatta da pelare. Sappiamo che il governo è composto da uomini, che come tali hanno interessi che spesso e volentieri sono discordanti, e di molto, rispetto a quelli della società tutta.
Grandi concentrazioni di potere creano per forza delle "distorsioni del mercato" come le chiamerebbe Friedman. I poliziotti vorranno sempre più potere di quello che già possiedono, i magistrati potranno modificare e interpretare le leggi a loro piacimentio, o quasi. Diciamo che, se proprio vogliamo essere buoni, la visione di A.Smith funzionerebbe in un mondo nel quale non esiste cupidigia umana e desiderio di prevaricazione, un mondo "ideale". Che guardacaso era proprio quello che i liberisti attribuiscono ai Marxisti (e a ragione!).
Non sentite anche voi puzza di ideologia?
Ma facciamo finta, per un po', che questo curioso esperimento mentale funzioni, e che lo stato si crei non perché un gruppo di persone riesce a prendere il potere e utilizzarlo a proprio piacere per il proprio vantaggio, ma perché lo stato stesso serva al bene dei suoi abitanti.
In questo mondo, per Friedman, lo stato sarebbe confinato a questi tre grandi obblighi. Per difendere la propria posizione, nel capitolo chiamato "dove lo stato ha meno potere" cita Hong Kong, affermando che:
Hong Kong non applica dazi né altre restrizioni al commercio internazionale (eccetto poche "volontarie" restrizioni imposte dagli Stati Uniti e da qualche altro paese importante).
Non conosce alcuna forma di dirigismo economico da parte del governo, né leggi sui minimi salariali, né prezzi fissati amministrativamente. I residenti sono liberi di comperare da chi vogliono e vendere a chi vogliono, di investire come vogliono, di assumere chi voglioni, di lavorare per chi vogliono.
Ora, per quei pochi che non ne fossero a conoscenza, Hong Kong è un cosidetto "paradiso fiscale" ovvero attua una fiscalità molto vantaggiosa per le persone che hanno intenzione di portare capitali dall'estero. Quindi, se voi decidete di portare soldi dall'estero ad Hong Kong, per schivare le tasse nel vostro paese, Hong Kong sarà felicissimo di accogliervi.
Ma continuerà a far pagare le tasse ai suoi cittadini. Strano eh?
Questo perché lo stato di Hong Kong si rende conto che:
Non può esistere proprietà privata E senza stato Non esiste stato senza fiscalità; ma sopratutto :
Non esiste proprietà privata senza stato. Senza stato "mio" non è "mio" ma di chi è abbastanza forte da prenderselo.
Se tutti gli stati si comportassero come Hong Kong, e offrissero una fiscalità vantaggiosissima a quelli che arrivano da fuori, tutti esporterebbero i propri guadagni fuori dallo stato dove risiedono, per schivarne la tassazione, il risultato? Nessuno pagherebbe più le tasse, a parte, ovviamente, i poveri, che non potrebbero esportare un bel niente. Ecco il sogno liberista messo a nudo, moltissimi poveri che pagano le tasse per mantenere il diritto di "proprietà" di pochi ricchi.
Evidentemente una tassazione bassissima che attiri capitali esteri non è un successo così grande, basta guardare a quello che è successo, tanto per dirne una, a Cipro l'anno scorso, uno stato con una tassazione ridicola per i correntisti esteri, pieno zeppo di ricchi russi che portavano in giro i loro capitali e le loro splendide barche. Risultato?
Stato allo sbando, bilancia dei pagamenti rovinosa, debito pubblico alle stelle e richiesta di aiuti alla cattivissima Europa.Ovviamente, la colpa è stata data alla Germania, come se fosse stata lei a fare andare in bancarotta la nazione.
Un successo del laissez-faire, non c'è che dire. Ma andiamo avanti.
Ecco venir meno, in un colpo solo, due teorie, la prima che il libero scambio possa aiutare il mondo a ridurre la guerra, e che il lassez faire sia un bene per la popolazione.
*Guzzanti docet, si fa per scherzare eh?
Kurdt
Il governo, per Friedman è insomma un fantoccio che deve gestire un grande potere (in questo caso la stabilità monetaria) ma è per sua stessa natura, incapace e corrotto. Un po' come mettere un bambino idrocefalo di fronte ad un pulsante che, se premuto, lanci un missile nucleare. Non può funzionare bene, mai, in nessun caso.
In ogni caso gestirò questo articolo in maniera appena più schematica.
PARTE PRIMA: La funzione dello stato
Fridman si ritrova perfettamente nella definizione data da Adam Smith dei tre compiti del governo, ovvero:
Il governo deve assicurare la difesa da aggressioni straniere, istituire una rigorosa amministrazione della giustizia, provvedere alle opere pubbliche. Qualunque altro intervento del governo risulterà sicuramente dannoso. Ogni ingerenza statale nell'industria, nel commercio, nell'agricoltura altererà quell'ordine intrinseco che regna in questi grandi settori non meno che nell'attività economica individuale.
Quindi, in soldoni, Esercito, Magistratura e opere pubbliche, e laissez faire assoluto su tutto il resto. Ora, volessimo distinguere in maniera puntigliosa, sarebbe ben difficile descrivere esattamente cosa rientri sotto la categoria "opere pubbliche". Ma facciamo finta che sia chiaro, ci ritorneremo in seguito, grazie sopratutto a quello che specificherà Friedman.
Già qui, in ogni caso, se osserviamo con un minimo di raziocinio, dovremmo renderci conto di trovarci con una bella gatta da pelare. Sappiamo che il governo è composto da uomini, che come tali hanno interessi che spesso e volentieri sono discordanti, e di molto, rispetto a quelli della società tutta.
Grandi concentrazioni di potere creano per forza delle "distorsioni del mercato" come le chiamerebbe Friedman. I poliziotti vorranno sempre più potere di quello che già possiedono, i magistrati potranno modificare e interpretare le leggi a loro piacimentio, o quasi. Diciamo che, se proprio vogliamo essere buoni, la visione di A.Smith funzionerebbe in un mondo nel quale non esiste cupidigia umana e desiderio di prevaricazione, un mondo "ideale". Che guardacaso era proprio quello che i liberisti attribuiscono ai Marxisti (e a ragione!).
Non sentite anche voi puzza di ideologia?
Ma facciamo finta, per un po', che questo curioso esperimento mentale funzioni, e che lo stato si crei non perché un gruppo di persone riesce a prendere il potere e utilizzarlo a proprio piacere per il proprio vantaggio, ma perché lo stato stesso serva al bene dei suoi abitanti.
In questo mondo, per Friedman, lo stato sarebbe confinato a questi tre grandi obblighi. Per difendere la propria posizione, nel capitolo chiamato "dove lo stato ha meno potere" cita Hong Kong, affermando che:
Hong Kong non applica dazi né altre restrizioni al commercio internazionale (eccetto poche "volontarie" restrizioni imposte dagli Stati Uniti e da qualche altro paese importante).
Non conosce alcuna forma di dirigismo economico da parte del governo, né leggi sui minimi salariali, né prezzi fissati amministrativamente. I residenti sono liberi di comperare da chi vogliono e vendere a chi vogliono, di investire come vogliono, di assumere chi voglioni, di lavorare per chi vogliono.
Ora, per quei pochi che non ne fossero a conoscenza, Hong Kong è un cosidetto "paradiso fiscale" ovvero attua una fiscalità molto vantaggiosa per le persone che hanno intenzione di portare capitali dall'estero. Quindi, se voi decidete di portare soldi dall'estero ad Hong Kong, per schivare le tasse nel vostro paese, Hong Kong sarà felicissimo di accogliervi.
Ma continuerà a far pagare le tasse ai suoi cittadini. Strano eh?
Questo perché lo stato di Hong Kong si rende conto che:
Non può esistere proprietà privata E senza stato Non esiste stato senza fiscalità; ma sopratutto :
Non esiste proprietà privata senza stato. Senza stato "mio" non è "mio" ma di chi è abbastanza forte da prenderselo.
Se tutti gli stati si comportassero come Hong Kong, e offrissero una fiscalità vantaggiosissima a quelli che arrivano da fuori, tutti esporterebbero i propri guadagni fuori dallo stato dove risiedono, per schivarne la tassazione, il risultato? Nessuno pagherebbe più le tasse, a parte, ovviamente, i poveri, che non potrebbero esportare un bel niente. Ecco il sogno liberista messo a nudo, moltissimi poveri che pagano le tasse per mantenere il diritto di "proprietà" di pochi ricchi.
Evidentemente una tassazione bassissima che attiri capitali esteri non è un successo così grande, basta guardare a quello che è successo, tanto per dirne una, a Cipro l'anno scorso, uno stato con una tassazione ridicola per i correntisti esteri, pieno zeppo di ricchi russi che portavano in giro i loro capitali e le loro splendide barche. Risultato?
Welcome to Cyprus! |
Stato allo sbando, bilancia dei pagamenti rovinosa, debito pubblico alle stelle e richiesta di aiuti alla cattivissima Europa.Ovviamente, la colpa è stata data alla Germania, come se fosse stata lei a fare andare in bancarotta la nazione.
Un successo del laissez-faire, non c'è che dire. Ma andiamo avanti.
Libero Scambio
Per Friedman le merci devono poter essere vendute in ogni situazione, sempre e comunque, senza dazi ne imposte. Questa posizione mi trova parzialmente d'accordo, perché non tiene in considerazione il mondo reale. Certo, c'è il Wto, ma guardiamoci in faccia, qualcuno ha detto qualcosa quando la Russia ha deciso di sovvenzionare l'Ukraina con Gas a prezzi molto più bassi rispetto a quelli che venivano praticati agli altri stati per ottenere vantaggi politici? (Vantaggi politici che probabilmente diventeranno svantaggi per gli abitanti del paese, of course).
Nessuno ha aperto bocca, perché, come direbbe una barzelletta famosa, la Russia attualmente, come direbbe Proietti, è "er cavaliere nero"
Nessuno ha aperto bocca, perché, come direbbe una barzelletta famosa, la Russia attualmente, come direbbe Proietti, è "er cavaliere nero"
La stessa identica cosa è successa in precedenza, con attori diversi, per esempio gli Usa avevano in vigore accordi con l'Argentina che la obbligavano ad acquistare il succo di frutta dagli Usa stessi, peccato che la frutta venisse acquistata, indovinate un po'? Dall'Argentina. Cornuti e mazziati. Friedman stesso, assieme ai suoi uomini del governo Pinochet, il cui golpe era stato "aiutato" dalla Cia.
Ecco venir meno, in un colpo solo, due teorie, la prima che il libero scambio possa aiutare il mondo a ridurre la guerra, e che il lassez faire sia un bene per la popolazione.
E attenzione, io non sono
contrario al libero scambio e al mercato, ma sono sicuramente per una
regolazione degli elementi più estremi, perché è giusto che io
possa comprare dove voglio, ma delle regole sono necessarie, ad
esempio, sulla qualità dei prodotti e su quali materie prime siano
accettabili e quali no. E perché no, anche sulla qualità etica
della produzione di un determinato prodotto, il produttore ha
rispettato i diritti del lavoratore? Oppure l'ha sfruttato come uno
schiavo e poi l'ha gettato nel cesso? Quando vi lamentate che gli
extracomunitari vi fanno perdere il lavoro, perché arrivano in
Italia e lavorano per due lire, ricordatevi che siete voi stessi ad
alimentare questa roba, acquistando beni solo perché costano meno,
disinteressandovi di come vengono
prodotti. Quando un cinese arriva in italia e scopre che da alcune
parti gli vengono offerti 700 euro per il suo normale orario di
lavoro (settanta ore alla settimana) lui è contento, e voi avete i
vostri prodotti a basso costo. Ma
ovviamente avrete
oltre ai prodotti a basso costo, un
altro piccolo regalo, più disoccupazione. Voglio dire, se tanto voi
comprate sempre quello che costa meno (che in assenza di ulteriori
informazioni è quello che facciamo tutti) perché i vostri datori di
lavoro non dovrebbero spostare le fabbriche in Cina e produrre
direttamente li, visto che voi la roba prodotta in Italia non la
comprate, che costa troppo?
Speravate che si potessero esternalizzare i costi, senza nessuna conseguenza, poveri fessi.
Speravate che si potessero esternalizzare i costi, senza nessuna conseguenza, poveri fessi.
Fine
Parte I
*Guzzanti docet, si fa per scherzare eh?
Kurdt
Nessun commento:
Posta un commento
Sei libero di dire quello che ti pare, se ci pensi un attimo prima di dirlo, pure meglio.