Per
un pugno di pagine in più
150.000 caratteri. Sembrano un sacco a dirlo così, poi ci pensi e alla fine sono manco un centinaio di pagine. E già per scriverle ci ho messo almeno tre mesi. Bello scrittore di merda. Il problema è che scrivere non è proprio una cosa lineare, tu ti siedi e cerchi di mettere giù quello che volevi, nel modo in cui volevi. Ma, almeno per me, mentre scrivo vengono fuori tutti questi mostri di merda che cercano di fermarmi, lo fanno nei modi più sorprendenti. Alcuni sono più simpatici, mi ricordano che in frigo c'è quella peperonata aromatizzata allo pneumococco che tanto mi piace. "Vai a prenderla e mangiane quanta ne vuoi, tanto chi vuoi che se ne accorga? Al massimo continui domani, forza, chissenefrega!".E quelli ancora li puoi controllare, perché sono stupidi, non conoscono la differenza tra peperonata e un sandwich al formaggio, tu ti mangi un sandwich mentre scrivi e loro sono contenti uguale.
Poi
ci sono quelli un po' più stronzi, quelli che mentre sei seduto ti
ricordano che, insomma, cazzo, dovresti fare qualcos'altro. Qualcosa
che è importantissimo. "Devi consegnare il piano integrato
di lavoro per la scuola, devi farlo, assolutamente, entro stasera".
A quelli puoi rispondere che il piano integrato di lavoro deve
essere consegnato la settimana prossima, non oggi, vaffanculo.
E
anche questi sono sistemati, ma ancora non hai scritto un cazzo. Poi
ci sono quelli grossi di mostri, l'ultimo livello, cattivi sul serio.
I grandi Antichi di Chtulhu.Sono quelli che non possono essere
scacciati. Quelli che ti porti dietro da bambino e che non vanno via
con un gesto della mano. Ti svegli e sono lì, seduti sul comodino,
ti guardano fisso. Ti metti le scarpe e ti guardano, ti saltano sulla
spalla sbeffeggiandoti: "tanto non ce la farai mai, figlio di
puttana, sei inutile, te lo ricordi vero? Nel caso siamo qui per
ricordartelo, non vali niente, non varrai mai niente. ".Scendi
le scale e metti su l'acqua per fare colazione. E il fondo della
tazza di tè, anche lei, ti dice che no, non ce la puoi fare,
coglione, non tu.Tu non hai
mai combinato nulla, non combinerai mai nulla, pezzente.
Lasci perdere il tè, che tanto manco ti piace, magari vai a
farti una passeggiata, prima di scrivere.
Magari.
Magari
no.
Magari
è meglio guardare il muro. Si, il muro. Non è male guardare il
muro, dovreste provarci ogni tanto. Dopo un po' spuntano un sacco di
cose dal muro, roba che la casa è un film realistico.
E
tu ci devi vivere con queste cose, non hai scelta. Okay, puoi
ammazzarti, quella soluzione rimane sempre valida. Magari domani
però. Oggi si combatte.
I
grandi antichi poi, hanno la tendenza a fare gli ospiti più a lungo
degli altri, non sono manco così gentili da chiedere il permesso.
L'estate il periodo che preferiscono, si piazzano in casa tipo
couchsurfers tedeschi ubriachi e non vanno via fino a quando non ti
vedono sdraiato per terra, che annaspi. Ma non ti ammazzano. Lo sanno
anche loro che se per caso ci lasciassi le penne, pure loro
sparirebbero. Non sono mica scemi, i miei mostri da salotto. Malvagi,
mica stupidi.
Poi
ti rialzi, apri le serrande e fuori c'è il sole e finalmente ti
viene da ridere, dopo qualche settimana. A volte ti viene da ridere
anche se piove. Una volta mi capitò quando tornavo da Lanzarote,
vedendo le distese verdi attorno a Bologna, pioveva, era bellissimo.
Il
trucco è imparare a trattenere il fiato quando sei sott'acqua.
Quando stai andando sotto lo senti, prendi una boccata d'aria e vai,
sperando che duri il minimo indispensabile. E mentre sei sotto,
impara a tenere gli occhi aperti, c'è sempre qualcosa di nuovo da
vedere, io personalmente cerco sempre di riportare qualcosa, prima o
poi tornerà utile.
E
quando risalgo scrivo. Oh, scrivo anche quando sono sotto, non
crediate, almeno ci provo. Ma quando sei lì, non è facile,
provateci voi a scrivere con una cornacchia appollaiata sulla spalla.
"Sei
un coglione pazzo, dove vuoi andare, eh? Lo sai vero che sei un
povero stronzo? Morirai, morirai male, solo, disperato, povero. Tutti
ti odiano, cristo, hanno anche ragione ad odiarti. "
"Okay
amica, dimmi qualcosa che non so"
"Che
non vali una sega, sei un uomo di merda, non riesci a tenerti una
donna manco se dovessi pagarla, perché in fondo ti schifano, sei
brutto, stupido e puzzi che fai ribrezzo"
"Hai
ragione. Manco tu sei sta bellezza, cornacchia di merda"
Ma
quando riemergo e scrivo, cazzo, festa grande. Ecco, scrivere
per me è festeggiare la tranquillità, quando posso raccontare con
calma, tra un’ondata e l'altra.
E
quando vi lamentate che un libro costa troppo, pensate che state
pagando anche quello che uno ha vissuto per scriverlo, a nessuno
frega niente di sentire un tizio che vive la sua vita in provincia a
grattarsi il culo. Voi volete sapere di cosa si prova a drogarsi fino
alla morte, di quando uno ha mangiato pasta in bianco per mesi
perché non aveva i soldi per mangiare, di quando ha imparato a
sputare fuoco girando con una compagnia di barboni. Volete sapere di
quando è finito dritto filato in un ospedale psichiatrico,
trascinato dalla polizia.
Ecco,
quando pagate per un libro, se è decente, pagate per tutta la fatica
che uno ha fatto per raccontare i propri momenti peggiori, dopo
averli depurati delle parti più noiose. Un concentrato di vita in
formato tascabile, una sintesi di morte, disperazione, sesso,
nell'ordine che preferite.
E
se non vi piace, potete sempre dire in giro che faccio schifo, non mi
offendo.
Kurdt.
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