Di fronte a tutte le notizie che stanno riempendo l'internetto, governi che non sono governi, presidenti della Repubblica che fanno cose e vedono gente. Primi ministri che giurano due volte, per due stati diversi, c'è da rimanere confusi.
Oh, Savona mica ha capito cosa cazzo gli è caduto in testa, prima lo assumono, poi lo licenziano dicendogli:
"No guarda, la tua figura professionale c'interessa ancora, ma facciamo che da direttore generale diventi responsabile del marketing con l'Europa e non se ne parla più. Però non puoi minacciare di dar fuoco ai nostri clienti se non comprano i nostri cazzabubboli."
Salvini ministro degli interni, ne vogliamo parlare? E ne parleremo, ma in separata sede.
In questo momento, della situazione politica mondiale, non mi frega un cazzo. Per oggi mi prendo una pausa dall'universo. Perché oggi voglio annunciarvi, cari miei, che ho finito il mio secondo, fighissimo, libro.
Un libro di poche parole, 60.000.
Sessantamila parole sono un casino di parole, Se le leggete camminando, immaginando che camminiate un metro a parola, minimo arrivate da Forlimpopoli a San Marino, se non v'investono prima.
In realtà ho scritto ventimila volte la frase:
"Salame di Pere"
Mi piace il suono.
Ho messo il punto finale il 20 Aprile, tutto contento sono andato ad annunciare che la versione definitiva sarebbe arrivata in due settimane, perché, dai, quanto cazzo di tempo vuoi che ci voglia a correggere? Ci ho messo un mese e mezzo. E qualcuno si lamenta che Elon Musk buca le deadline.
Puppami la fava Elon, sono più bravo di te a cagare fuori dal vaso.
Quando ho iniziato a scriverlo, l'anno scorso, non avevo idea che sarebbe diventato un libro, volevo solo scrivere una storia, poi è diventata un ossessione. E ho iniziato a svegliarmi alle sei di mattina per scrivere. Oggi non l'ho fatto perché è domenica, così mi posso concedere il lusso di scrivere adesso, alle sei di pomeriggio.
Ma non sarei mai riuscito a finire questo lavoro se non si fossero verificate una serie di eventi piuttosto improbabili.
1) Mi è stata diagnosticata una malattia ra-ri-ssi-ma, la sorella ritardata del Lupus. Quando l'ho raccontato al Dr. House la sua reazione è stata "Okay, non è Lupus, non è mai Lupus. Certo che anche tu hai una bella sfiga amico, vuoi un po' di morfina?"
Il mio sistema immunitario ha deciso che IO sono un corpo estraneo e vuole farmi sloggiare, con le buone o con le cattive. La cosa divertente è che questa malattia peggiora con l'esposizione al sole, il che significa che, dopo aver vissuto all'equatore per un decennio, dovrei uscire tipo così:
L'outfit perfetto per l'uomo che non deve chiedere mai. |
Ma io esco così e o'Sole mio, affanculo a te e a soreta. |
Voi direte, il fatto che ti abbiano diagnosticato una roba potenzialmente mortale mica ti aiuta a scrivere. Cazzate. Ti mette il pepe al culo invece, il fatto che non sai quanto tempo hai ancora. Che poi, sia ben chiaro, camperò più di voi tutti messi assieme, quindi conservatevi le fregnacce. Tanto la vita è mortale per tutti, a parte mia nonna, che ha novantacinque anni e sale le scale a due a due fischiettando.
2) Ci sono persone importanti nella mia vita. Non so per quanto passeggeranno con me in questo freak show, ma sono grato della loro presenza. Hanno letto sto libro e mi hanno insultato, trovandone i difetti. Non sono riuscito a correggerli tutti, ma abbiate pazienza, ho problemi a centrare il cesso quando piscio, figurati il resto.
3) C'erano persone che lo aspettavano. Da quando ho cominciato con Patreon, sapere che delle persone apprezzassero quello che facevo, mi ha spinto a continuare a buttarci quel mezzo litro di sangue in più, così se mi svegliavo stanco, quelle volte che pensi: "Cazzo, sono le sei, dormo altri cinque minuti"
Quelle volte, Poe il mio corvo da compagnia mi riportava subito sulla retta via:
"ehi, cazzone, quelli stanno aspettando, con pazienza. Se li deludi sei proprio un sacco di merda, non ci provare" E così sono riuscito a finirlo. Non solo a finirlo, ma anche a poter dire di esserne abbastanza orgoglioso.
4) Mi sono successe cose belle da quando ho iniziato a mantenere la mia vita in riga. E non sto dicendo certo che mi siano capitate solo cose belle, perché sarebbe una cazzata. Ma se hai uno scopo, scopi. Non era proprio così che volevo spiegarvi la faccenda, ci riprovo con il prossimo punto.
- Se hai uno scopo, qualunque cosa sia, le cose che ti capitano attorno assumono un altro significato ed un altra importanza. Questo ti permette di avere un grado di libertà diverso. -La libertà è una forma di disciplina- cantava Giovanni Lindo prima di rincoglionirsi completamente in una baita di montagna, ma su questo aveva ragione.
Se hai uno scopo, la maggior parte delle piccole beghe della giornata non ha alcun valore. E anche quelle più grandi, hanno un peso diverso. Sei più libero, perché la tua vita gira attorno a qualcosa di diverso, così puoi lasciare più libertà anche alle persone che ti circondano, perché non dipendi da loro. E se non dipendi da nessuno, puoi amare di più. Ecco, non mi sento in credito di niente, non mi sento in debito di niente, mi sento solo grato di essere vivo, oggi.
E volevo condividere questa gratitudine con voi.
Da oggi in più comincio con un nuovo progetto, l'ho Intitolato
"TRANSUMANESIMO PER SCIMMIE UBRIACHE"
Parlerà di tutte le cose che m'interessano, AI, futuro, economia, Dio, i poveri, gli androidi, le balene australi e i croccanti Algida. Perché i croccanti Algida, quelli deliziosi con l'amarena, si sono estinti, manco fossero delle cose inutili come i panda. E il mio secondo scopo nella vita è farli tornare in auge.
Ma tornando all'immediato, questo nuovo libro ora è in cerca di editore, ma se lo volete leggere in anteprima, iscrivetevi a Patreon e unitevi alla comitiva di balordi. Basta cliccare sulla copertina, vi arriva un tagliagole serbo-croato direttamente a casa. In omaggio una batteria di pentole e una mountain bike senza freni.
E chi cazzo è sto Agus Emanuele? Boh, ma provate a leggere il cognome al contrario. |
Kurdt.
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