domenica 27 gennaio 2019

Il Venezuela, spiegato come cristo comanda

  
Il principale prodotto d'esportazione Venezuelano, non è mica il petrolio. Il Venezuela esporta pilu. Ma ve lo dice Cetto, che il concetto lo conosce meglio di me. 





Juan Guaidò è il presidente della repubblica del venezuela. O almeno così sostengono gli Stati Uniti, il Canada e una parte dell'unione Europea. Peccato che l'amico Guaidò non abbia mai vinto le elezioni. Già, perché le elezioni si sono tenute il 20 Maggio 2018. Si può discutere se siano state elezioni gestite correttamente, ma ci sono state e il nostro amico Juan Guaidò non c'era mica.

Eppure Juan pochi giorni fa ha deciso che sarebbe stata una buona idea dichiararsi presidente della repubblica venezuelana, si era svegliato fiducioso, diciamo. Immaginatevi un allenatore che entra in palestra e trova uno dei suoi allievi seduti sulla panca nella posizione del pensatore di Rodìn. Preoccupato, dato che il suddetto allievo era bravo, ma non certo brillante, chiede:

"Ehi, come ti senti oggi?"

"Oggi  coach mi sento proprio bene, oggi ho deciso che sono il campione del mondo dei pesi massimi"

"Ma sei scemo? Da dove ti è venuta quest'idea? Mica lo hai sfidato il campione del mondo!"

"Chissenefrega coach! Ragioni in maniera troppo limitata e non abbastanza libera, lascia che ti spieghi. Il campione del mondo, hai presente? Si, ha vinto l'incontro per il titolo, ma non so se hai sentito, la federazione ha dichiarato che era gonfio di amfetamine che Furia il cavallo del west era un principiante. Al controllo del peso non parlava, nitriva."
Il coach ci pensa un attimo, incerto sul da farsi, evidentemente il suo pupillo deve aver sbattuto la testa contro il muro.

"Senti Giovanni, anche se avessi ragione, perché mai dovrebbero dartela a te la corona? Non pensi che dovrebbero passarla al secondo classificato, Enrico Falcone. Altrimenti che senso avrebbe? Manco hai combattuto! Tutti gli incontri per il titolo regionale che hai combattuto li hai persi!"
 

"Non capisci coach, non funziona più così, forse funzionava così un tempo, quando eri giovane, adesso no, mica conta se combatti, come combatti, l'unica cosa che conta è chi ti appoggia, chi ti riconosce, capisci? Di falcone non frega un cazzo a nessuno, Falcone non porta i soldi, io si. Mi ha chiamato L'atlas Sports LTD, dicono che vogliono farmi un contratto"

"Ma sei scemo? Quelli ti ricoprono di slogan, finisce che combatti con il marchio della CocaCola tatuato sulla fronte e una bandiera della Exxon ficcata su per il culo"

"Non m'importa Coach, l'importante è combattere per quello in cui credo"

"Ovvero?"
Chiede il coach, basito.

"I soldi coach. Il grano, i sesterzi, gli sghei, come cazzo li vuoi chiamare"

Insomma, avete capito no? Le elezioni Venezuelane del 2018 non saranno state un esempio fulgido di democrazia, su questo siamo d'accordo, ma se vogliamo lamentarci del processo, ed è giusto farlo, non possiamo decidere che qualcuno che manco ha partecipato alla gara possa vincerla. No?

Del resto non mi pare che gli Stati Uniti abbiano grandi problemi con regimi antidemocratici in giro per il mondo.
Dai Donald, raccontami ancora quella storia della democrazia, che devo far ridere i miei 835 figli, dai. In cambio ecco un assegno per gli f-35 che ti avevo promesso. Prima però baciami l'anello, imbecille.  



Del resto l'Arabia saudita non è mica implicata con il terrorismo, è un paese dove la democrazia è rispettata, le idee diverse da quelle dominanti, rispettate, gli omosessuali possono vivere liberi e felici e, non ultimo, le donne godono degli stessi diritti degli uomini.
Ah, avete presente quando l'Arabia Saudita, fida alleata degli Stati Uniti ha protetto quel giornalista, come si chiamava? Jamal Khashoggi?

Jamal Kashoggi nella sua tipica tenuta venezuelana.

Si, proprio lui, quello che scappava dalla temibile dittatura Venezuelana che voleva ammazzarlo. Insomma, il nostro povero giornalista aveva bisogno di un documento matrimoniale che poteva essere rilasciato solo dall'ambasciata Venezuelana, ma capirete voi, viste tutte le minacce di morte ricevute negli ultimi di anni da Maduro e i suoi compari, aveva paura di recarsi in Venezuela. Così ha pensato bene di recarsi nell'ambasciata Venezuelana in Arabia Saudita, paese che protegge i diritti civili come nessun altro. Ed è lì che si è consumato uno degli eventi più tragici dell'anno, l'Arabia Saudita lo ha protetto fino a quando non ha varcato la porta di quella maledetta ambasciata, poi, appena entrato è stato catturato dagli agenti venezuelani.

Quei mostri, con la regia diretta del presidente Maduro lo hanno legato, fatto a pezzi e sciolto nell'acido. Tutto mentre la futura moglie aspettava fuori, al sicuro, protetta dalla democrazia saudita. Pensate un po', i venezuelani hanno persino fatto vestire uno degli agenti segreti con i vestiti di Kashoggi per simulare una sua uscita dall'ambasciata. Lo hanno spogliato, fatto a pezzi e poi sciolto nell'acido.

Questo è Giovanni Brusca. Per chi non lo sapesse è quel sacco di merda che ha strangolato e sciolto nell'acido, Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino. Venezuelano anche lui. Al processo si è difeso sostenendo di essere un venezuelano moderato, il bambino è stato solo strozzato e non fatto a pezzi. "Ho una coscienza anch'io" pare abbia detto ai magistrati.


Cose che Tarantino può solo stare a guardare ammirato. Eppure sono avvenute. Adesso voi volete dirmi che un paese che fa queste cose non deve venir colpito dalle sacrosante sanzioni internazionali? No, eh? Ecco, perché l'Arabia Saudita non è stata colpita da nessuna sanzione dopo aver commesso esattamente le stesse azioni. Tra parentesi il giornalista era residente negli Stati Uniti e scriveva per il Washington Post. Ma in fondo chi se ne fotte dei giornalisti, sono i nemici del popolo, come direbbe la star dei reality democraticamente eletta
Notate che la storia dei giornalisti nemici del popolo sia diffusa proprio tra quelli che Trump disprezza di più, i socialisti.

E di fronte a tanta democrazia, possiamo solo inginocchiarci e baciare le mani.

Quello che mi preme più farvi notare però, non è tanto la dissonanza cognitiva fra eventi simili, che già da sola dovrebbe farvi esplodere la testa come una granata, ma il fatto che il vero motivo di tutto l'ambaradan non è certo "la libertà" come vi stanno raccontando, ma come al solito, i soldi.

Il Venezuela ha nazionalizzato il petrolio, che prima era in mano a compagnie straniere, utilizzando i proventi della compagnia, PDSVA, per acquisire consenso sia tra la popolazione che nella classe militare, peccato che concentrare tutto il flusso di cassa su un solo bene sia risultato disastroso quando i prezzi sono crollati. Questo, assieme alle sanzioni americane ha portato ad un iperinflazione e al disastro economico che osserviamo.

Ma credete che se il petrolio non fosse nazionalizzato e, diciamo, la BP e la Exxon Mobil fossero chiamate in causa, la situazione migliorerebbe? Non cambierebbe assolutamente niente, ma almeno i guadagni finirebbero in tasca ai privati, questo succederebbe. E questa è la ragione per cui ci preoccupiamo tanto del Venezuela, mica la condizione dei suoi cittadini. Se realmente ci fregasse qualcosa dei cittadini venezuelani, sapete cosa bisognerebbe fare? Togliere le sanzioni, immediatamente, visto che vanno a colpire i cittadini, non certo chi è al potere. La stessa cosa che abbiamo visto succedere a Cuba, in pratica.

Per chi non lo sapesse, l'Embargo contro cuba (bloqueo, in spagnolo) è ancora in piedi, nessuno ne capisce il motivo, ma la scusa ufficiale è che "Cuba non rispetta i diritti umani" (ma l'Arabia Saudita, la Somalia, il Turkmenistan, l'Uzbekistan, la Repubblica Centrafricana, tutti colpevoli, secondo gli stessi Usa di non rispettare quei diritti, vengono ufficialmente appoggiati dagli usa. E mica lo dico io, lo dicono gli stessi U.s.a!)
All'ultima votazione alle nazioni unite (organizzazione la cui utilità purtroppo è sempre stata pari a quella di un preservativo bucato) il risultato è stato questo



La rappresentante degli U.S. Alle nazioni unite, Nikki Haley ha affermato che il motivo dell'embargo è "la negazione della libertà a Cuba e il disrispetto del diritti umani basilari".  L'ho detto a mia nipote, ha reagito così:


189 paesi hanno votato contro l'embargo.

2    A favore, Stati Uniti e Israele.


In italiano corrente:

l'embargo rimane perché ci va, perché ci piace, perché abbiamo il diritto di veto e lo usiamo come cazzo ci pare, dopotutto mica abbiamo vinto la seconda guerra mondiale per niente, capito, vassalli che non siete altro? Il vero motivo dell'embargo mica possiamo dirlo eh, il vero motivo, cari miei, sono i soldi. E quelli, non si discutono, l'unica libertà in essere è la nostra, la nostra libertà di fare il cazzo che ci pare e piace. E se non vi va bene, care 189 nazioni, potete anche andarvere affanculo. Che le nazioni unite, se avessero mai avuto una qualche forma di autorità le avremmo bombardate molto tempo fa.

In conclusione, seguite i soldi e arrivate alle motivazioni politiche degli eventi, questa è l'amara verità. Avrei voluto scrivere, proprio a questo riguardo dell' "Atlas Network" ovvero il lungo braccio delle multinazionali che interviene un po' in tutto il mondo per creare consenso attorno a quella che, una volta sarebbe stata chiamata "Scuola di Chicago" poi si è trasformata in "Globalizzazione" e adesso si chiama "annatevela a pija nder culo, li sordi ce l'avemo noi"

Ma dell'Atlas Network ve ne parlerò a breve, visto che merita un articolo tutto suo.

Nel frattempo, quando volete capire una notizia, seguite i soldi.


Kurdt.






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