"Ma si Clara, non ti preoccupare, al tiggì hanno detto che non dovevamo preoccuparci mica"
(vignetta brutalmente rubata a ZeroCalcare che se vuole può insultarmi, ma è gratis anche l'articolo e poi, oh, era la più bella vignetta con i dinosauri che ho trovato)
E anche stavolta, parliamo di qualcosa che non è più al centro del casino mediatico, sostituito prontamente dalla povera ragazza morta dopo il vaccino con AstraZeneca (o come piace chiamarlo adesso Vaxzevria) dagli europei di calcio (schierereste Belotti in queste condizioni?!) o l'estate che sta diventando davvero calda.
Ma il mio cervello è lento e rumina sulle cose, una caratteristica che lo rende quasi inutile quando le decisioni da prendere sono immediate, ma che produce risposte interessanti quando gli si da tempo di digerire. Le informazioni di base le conoscerete tutti, una funivia, quella dello stresa-Mottarone che aveva riaperto per la stagione estiva, apparentemente c'era qualche problema che si sarebbe dovuto risolvere e, invece che bloccare l'impianto e verificare il problema (cosa che avrebbe ridotto gli incassi) si è deciso di togliere i freni che bloccavano la funivia in caso di eventi inattesi. Un po' come se il pilota dell'aereo Ryanair su cui state salendo decidesse di disattivare il "ground proximty warning" (pull up! GROUND! PULL UP!)
"Ehi, dici che dovremmo preoccuparci? Io sono sicuro che non siamo vicini al terreno, quindi perché non blocchiamo l'allarme così non ci rompe le palle mentre ci avviciniamo all'aeroporto?"
Vi sembrerà un esempio assurdo, ma è successo un sacco di volte e non è nemmeno l'esempio più incredibile di violazione di una regola fatta per salvaguardare gli esseri umani da loro stessi nel campo aeronautico. Ci sono aerei caduti perché il pilota ha deciso di far giocare i figli con i comandi ( incidente Aeroflot 593 ) o perché i piloti avevano deciso di pregare invece che controllare quanto carburante andasse caricato (Tuninter 1153)
Ma forse la cosa che più si avvicina all'incidente dello Stresa, fatte le dovute proporzioni, è stato il disastro combinato da Boeing con i 737Max che per un difetto di progettazione gravissimo cedevano all'aeroplano il controllo dell'angolo d'attacco, basando questa decisione sui dati di un solo sensore perché tanto, cosa vuoi che succeda? E no, non c'è bisogno di dire niente ai piloti, tanto, come abbiamo detto, cosa vuoi che succeda?
Succede che due aerei, nuovissimi, con centinaia di persone (non nuovissime, ma difficilmente costruibili in serie) si schiantano a terra senza che nessuno possa farci niente. Senza che nessuno, nella cabina di pilotaggio capisse cosa diavolo stesse succedendo.
E questo "Perché tanto cosa vuoi che capiti?" Lo abbiamo sentito un sacco di volte. E poi, ohibò, succede. In questo caso pare che uno degli indagati, il caposervizio della funivia abbia ammesso di aver tolto i freni d'emergenza perché altrimenti sarebbe stato necessario bloccare tutto.
E chiaramente è partita la campagna per additare il mostro e dimenticarsi definitivamente del problema. Ah beh dai, quello deve farsi cent'anni di prigione! Anzi! Se ci fosse la possibilità dovremmo appenderlo all'albero più alto!
L'argomento dell'albero più alto ritorna spesso in queste vicende, ma quello che mi preme sottolineare è che, nella vostra vita lavorativa, probabilmente, avrete visto fare (o persino fatto) cose che potenzialmente, se le cose fossero andate orrendamente male, avrebbero provocato la morte di qualcuno.
Quest'anno due insegnanti sono state processate per aver mandato in bagno un alunno senza accompagnarlo, il bimbo purtroppo ha preso una sedia, l'ha portata sulla rampa delle scale (probabilmente voleva guardare di sotto, dove stavano salendo altre classi) ed è scivolato per tre piani di scale. Una tragedia terrificante. La colpa è delle insegnanti? Della commessa al piano? Del dirigente della scuola?
A volte ho mandato anche io un bambino in bagno senza poterlo seguire, perché avrei lasciato la classe scoperta. E poteva facilmente succedere qualcosa. Ho accompagnato gli alunni in gita, e Dio solo sa quante volte un bambino ha rischiato la vita facendo una cosa che, ad occhio adulto era pura follia.
Per dire, un alunno chiede di andare in bagno. No problem, vai pure. Per scrupolo pochi secondi dopo esco dalla classe per vedere se effettivamente stava andando in bagno e lo trovo in corridoio ad armeggiare con due graffette e la presa di corrente.
Ovviamente questi sono esempi diversi, direte voi, tu mica potevi aspettarti che il bambino decidesse di provare l'ebrezza dell'alta tensione. No, ma per la legge, sono responsabile, in tutto e per tutto, fino a quando il bambino non viene preso in carico dai genitori all'uscita.
Eh, ma dietro il disastro della funivia c'è la malvagità di persone che volevano solo fare più soldi.
E su questo sono d'accordo. Il problema della sicurezza sorge sempre quando gli incentivi sono disaccoppiati con la sicurezza stessa. Voglio dire che chi gestisce un impresa, un'attività o qualsiasi altra cosa, ha come unico "incentivo" il profitto, sopra ogni altra cosa. Se poi per farlo deve togliere i freni della funivia, gettare milioni di tonnellate di rifiuti tossici in giro per tutto il nord Italia, eludere più tasse possibile, chissenemporta.
Tanto cosa vuoi che succeda?
Succede sempre qualcosa, manica di idioti. Succede sempre qualcosa perché ogni azione che facciamo non è limitata al nostro micragnoso circondario, ogni cosa che facciamo ha un impatto più o meno grande su tutto quello che ci circonda e azioni di portata maggiore hanno conseguenze ancora maggiori.
Voglio dire che il dildo radioattivo che hai seppellito l'altro giorno potresti ritrovartelo nel deretano proprio tu. La funivia era stata utilizzata per trasportare anche familiari dei responsabili, solo per caso non erano lì sopra quando è caduta.
Ma se l'unico incentivo tangibile è quanto guadagnerò da una decisione, tutte le conseguenze possibili svaniscono, perché magari è vero che se sverso fanghi tossici in giro per la valle magari, tra trent'anni, qualcuno (mia nipote?!) si beccherà un tumore terribile e morirà tra atroci sofferenze (ah quanto pagherei per evitare tutto questo!) però i soldi in più li becco sicuramente, il resto è mascherato dietro un velo di ignoranza che purtroppo non posso attraversare. Non posso attraversarlo per la stessa ragione per cui non sono capace, in quanto essere umano, di controllarmi quando vedo un barattolone di nutella. DEVO MANGIARNE UN SACCO.
Ciao, sono la tua futura panza, ti scrivo dal futuro. Un futuro in cui peserai 0,1 kg in più grazie a questa abbuffata. A non t'importa niente?
Perché il mio cervello non è tarato per valutare le conseguenze a lungo termine. Nessuno dei nostri cervelli è tarato per farlo, dobbiamo imparare a farlo e utilizzare una parte del nostro cervello, il lobo frontale, evolutosi relativamente tardi nella storia della nostra specie.
Il mio lobo frontale non stai mai zitto, per la cronaca. A fargli da contraltare però c'è una parte del cervello molto più antica, l'archipallium o, come è meglio conosciuto, il cervello rettile.
Se immaginiamo il cervello come una cipolla, le zone più interne sono quelle che si sono evolute prima, e quindi, che lo vogliamo o no, sono anche quelle che hanno una potenza pazzesca. Provate a controllare la fame, il sonno, o la paura di cadere dal sedicesimo piano, se non ci credete.
Ecco perché dire semplicemente "dovrebbero rispettare le regole perché è giusto così" mi trova eticamente d'accordo, ma funziona malissimo. Se esiste un incentivo immediato e tangibile a comportarsi male, potete scommetterci che una fetta importante della popolazione non sarà capace di resistergli.
I nostri avi, quando dovevano scegliere se divorare tutto il miele che avevano trovato subito o conservare un po' per il giorno successivo, non avevano la certezza di poterlo mangiare, perché c'era il simpatico leopardo che già aveva fatto fuori la zia, il babbo e la sorella, che li adocchiava da giorni. Un bambino di quattro anni ragiona esattamente nello stesso modo e lo consideriamo ancora rinstupidito.
Eppure spesso, molto spesso, troppo spesso, quando qualcuno fa qualcosa di "furbo" per guadagnare di più, viene guardato non, come si dovrebbe, con malcelato disgusto, come si guarda un bambino di quattro anni che s'ingozza di Goleador alla frutta per toglierle a tutti gli altri, ma come uno sveglio, che se la sa cavare.
E con il tempo sono sempre più convinto che, se vogliamo che le regole vengano rispettate di più e meglio, non dobbiamo solo punire chi non le rispetta, ma anche premiare chi le rispetta.
(Nota: Nel bel mezzo di questo ragionamento è intervenuta prepotentemente la mia corteccia urlandomi in faccia : "Ah, ma aspetta, quindi stai proponendo il social credit score cinese come modello da imitare?". E no, non voglio imitare un sistema che spinge verso un rispetto cieco delle regole, sono convinto esista un equilibrio da qualche parte, ma avrò bisogno di tempo per capire dove diavolo sia. Così lascio il pensiero a metà e lascio una parte del lavoro di digestione a te, caro lettore. Si proprio a te.)
Ritornando a noi, comunque. Non penso che una società possa prosperare basando le proprie azioni solo sul valore monetario e sul ritorno economico di un'azione. Se non voglio una società sociopatica, almeno. E se non voglio una società sociopatica, avrò bisogno che i suoi membri comprendano la vasta rete di interazioni che legano le sue varie componenti. L'alternativa è un posto dove tutti cercano di fottersi a vicenda, le assicurazioni, i medici, le banche, gli insegnanti. Tutti che cercano di guadagnare il più possibile, unico obiettivo, guadagnare tanto.
Per rendere l'idea facciamo questo esempio. Sarà un esempio strano, ma tanto se state leggendo siete gente strana pure voi. Ecco, immaginate se, 66.000.000 di anni fa, una compagnia turistica di Triceratopi che ha come core-business quello di portare dinosauri nello Yucatan, avesse scoperto che un meteorite gigantesco si dirigeva proprio lì, dove loro avevano contato di far partire la fenomenale stagione turistica del 66.500.000 A.C.
Lo immagino l'A.D. della dinosaur travels S.P.A. che parla con i suoi direttori.
"Sentite, non possiamo mica raccontare in giro questa storia. Chi ci crederebbe? Già non ci credo io! E poi sono milioni di anni che non succede niente in quel posto, che volete che succeda? E poi abbiamo già ricevuto le prenotazioni, quindi, acqua in bocca e tanti saluti al secchio.
E se credete che una cosa del genere non possa succedere a noi, perché siamo più svegli di un erbivoro tricornuto, ricordatevi che la Exxonn Mobile sapeva benone quali saranno gli effetti e le cause del riscaldamento globale già dagli anni 70' , ma ha saggiamente deciso di tacere la cosa per non perdere soldi.
Ma sì dai, gli esseri umani si adatteranno, come hanno sempre fatto.
Tanto, cosa vuoi che succeda?
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