Parlando in giro con le persone sento spesso la stessa critica della politica e dei politici: “pensano solo ai fatti loro, se ne fottono della popolazione”. Cosa verissima, ma francamente insufficiente per spiegare la rabbia rivolta a questa categoria.
Perché se aumento l’intensità dell’indagine e decido di non rimanere sulla soglia della consapevolezza dell’individuo, chiedo:
“E tu che faresti, al posto loro?”
Cogliendoli impreparati, me ne rendo conto, la domanda era inattesa.
“Io? Cosa farei io?”
“Si tu”
“Ah, io farei pure così, mi farei i fatti miei, tanto a me chi m’aiuta altrimenti?”
E questa è la lente attraverso cui filtro tutta la politica che mi passa davanti, passata, presente, futura. Non m’importa delle ideologie, che spesso usano un’iniziale fiumana di giovani che ci credono sul serio per coprire gli interessi di ben altre volpi.
Questo significa che considero la maggior parte della popolazione malvagia? Che la considero corrotta e disprezzabile? No. Vuol dire solo che il potere corrompe, e che il potere assoluto corrompe assolutamente. Lo abbiamo visto accadere durante il 900’ infinite volte, credete forse che, all’inizio, l’unione sovietica fosse nata per creare il più grande stato di polizia della storia? No, ovviamente volevano creare uno stato dove i lavoratori avrebbero avuto lo stesso potere decisionale dei “padroni”. Come è andata? Male, malissimo!
Si crearono nuove strutture di potere, scimmiottando quelle vecchie, con la creazione dei “soviet” si voleva raccontare che il popolo si gestisse da solo, in maniera democratica, proprio così, democratica.
E visto che i soviet erano la massima espressione di democrazia diretta che bisogno ci sarebbe mai stato della democrazia rappresentativa? O della separazione dei poteri? Tanto tutto è in mano al popolo, che il popolo sia giudice governante e legislatore!
Carina come idea, se non fosse che era tutta una grande baracconata, il potere veniva gestito integralmente dal partito che utilizzava la polizia segreta (Inizialmente chiamata Čeka, poi gpu (niente a che vedere con le schede video) e NKVD e poi la nota KGB.
Perché andò tutto a male?
Perché gli esseri umani amano il potere e, di base, ne vengono corrotti. Si tutti, anche tu, che t’illudi, ne verresti divorato. Forse non subito, magari riusciresti a fare qualche riforma, ma dopo un po’ probabilmente cederesti e cominceresti a farti, come si dice, i fatti tuoi.
Riesco ad immaginare persone che riuscirebbero a tenere a bada il demone? Si, le immagino e posso anche credere ce ne siano state nella storia dell’umanità, questo però non significa che sia un sistema utilizzabile per gestire la cosa pubblica, mica si può sperare nella fortuna di venir governati da un santo che è anche un genio dell’organizzazione.
Se non ci credete, pensate al percorso che hanno fatto i cinque stelle, in Italia. Nati come il partito degli onesti, quelli che non si sarebbero mai fatti corrompere e che non si sarebbero mai mescolati con i partiti.
VAFFANCULO!
E poi hanno scoperto che, si, potevano prendere un po’ di voti, anche un sacco di voti, ma senza fare nessun compromesso sarebbero rimasti all’angolo, così si sono trovati a governare con la Lega, inizialmente, poi con il PD e quindi con il colossale mischione.
Diventati proprio quello che si erano ripromessi di non diventare mai.
Ma se vogliamo davvero constatare come funziona la dinamica del “potere” allora dobbiamo guardare agli effetti che fa su un singolo individuo. Prendiamo ad esempio Di Maio.
Si, proprio Di Maio. Non discuterò le sue competenze, sarebbe come discutere della flora di Saturno, ma della sua reazione al rischio di perdere il potere. Appena ha capito che, rimanendo nei cinque stelle avrebbe perso gli onori che gli erano toccati durante una decina d’anni di governo, ha deciso immediatamente di tradirli e salutare, portandosi dietro un capannello di colleghi che, come lui, non volevano mollare la poltrona.
Poi ovviamente ha perso, come quei colleghi, il posto comunque.
Le azioni del Di Maio 2022 avrebbero fatto rabbrividire il Di Maio del 2012, e lo avrebbero fatto rabbrividire onestamente, non credo che abbia programmato tutta la faccenda nella sua segreta stanza dei bottoni.
“arh arh arh! Fingerò di essere populista fino a quando mi farà comodo, poi appena il potere rischierà di sfuggirmi dalle zampe, allora zack!! voltagabbana!”
Io credo che fosse onesto e sincero quando, inizialmente si era preso l’impegno di rimanere in parlamento per non più di due legislature. Due legislature sono lunghissime, quando sei all’inizio.
Ma dopo dieci anni, ti sei abituato a tutte le comodità dei parlamentari. Ti sei abituato alla Bouvette, ai lauti pasti a quattro lire.
Ti sei abituato ad essere chiamato “onorevole”.
Ti sei abituato ai soldi nel conto che aumentano inesorabilmente
Ti sei abituato anche ai favori che ti vengono concessi costantemente da tutti quelli che ti circondano
Ma soprattutto ti sei abituato al fatto che, quello che dici, anche le peggiori puttanate, venga preso attentamente in considerazione.
Ti sei, in pratica, abituato ad avere il potere. E come diceva saggiamente un altro famoso politico italiano:
“ Cumannari è meggiu ca futtiri”
Era Provenzano a dispensare questa perla di saggezza, uno che pur di mantenere quel potere distribuito tramite pizzinni, aveva rinunciato a tutti, persino alla libertà.
E la maggior parte delle persone è esattamente così, non è cattiva, ma si abitua facilmente alle cose belle. E dopo averci pensato a lungo, molto a lungo, ho capito di essere fatto così anche io.
Anche a me piace essere ascoltato, anche a me, piace “comandare”. Proprio per questo rifiuto categoricamente di ottenere posti di rilievo o dove gestisco altre persone, semplicemente faccio il mio dovere di insegnante al meglio possibile e sono (molto) felice così. Ho fatto anche altre cose, gestito altre cose, sicuramente interessante, ma il rischio è sempre lo stesso, rischi sempre di venire meno a valori che ti sei ripromesso di mantenere.
L’ho visto capitare molte volte a gente migliore di me, l’attrattiva del potere, dei soldi, che in fondo sono la stessa cosa, ha trasformato, in peggio, la vita di molti che conosco. E io non sono migliore o più capace di loro, succederebbe la stessa cosa.
Il problema, mi sembra, sorga sempre quando si creano strutture colossali, fino a quando si parla di stati relativamente piccoli (prendete ad esempio l’Islanda) la popolazione continua a mantenere un principio di coesione sociale che mantiene vivo il senso di vergogna del rubare, o almeno lo fa per un numero sufficientemente grande di persone da rendere possibile una qualche forma di buon governo. Più la struttura governativa diventa grande, prendete ad esempio il governo federale degli Stati Uniti, l’Unione Europea, o la Russia del diciannovesimo secolo, o poveri noi, la Cina.
Tutti esempi di come, superato un certo livello di grandezza la corruzione prenda piede e i singoli cerchino, in qualche modo di farsi i fatti propri anche a scapito della salute della comunità in cui vivono.
E chiaro che la sovrastruttura statale cerca di educare la popolazione, le varie campagne contro il fumo, contro l’evasione, contro, insomma, i comportamenti scorretti, questo sono, il tentativo della società di difendersi nel suo insieme.
Ma come fai quando il pesce, come si dice, puzza dalla testa? Quando insomma la vicepresidentessa del parlamento europeo prende SACCHI DI SOLDI da uno stato estero per avvantaggiarlo, aiutata da sodali facenti spesso parte di partiti che si vantano della loro rettezza morale?
Cioè come fai quando lo stesso sistema a cui dovresti poterti appellare per difenderti dalle storture si dimostra storto?
Giovenale duemila anni fa già si chiedeva:
Quis custodiet ipsos custodes?
E noi, pur con la nostra modernità, il nostro progresso, internet, blockchain, intelligenza artificiale di qua e di la, non riusciamo a trovare una risposta a questa domanda. Perché malgrado tutto le strutture umane cresciute abbastanza arrivano a produrre sempre un accentramento del potere nelle mani di pochissimi e una quantità incredibile di ingiustizia e scorrettezza a danno dei più deboli. Probabilmente solo idee scorrette ed ingiuste per loro stessa natura riescono a creare una struttura abbastanza grande.
Tucidide racconta che quando gli ateniesi si mossero verso Melo, per convincerne gli abitanti ad unirsi alla guerra contro Sparta, dopo aver spiegato cosa desideravano, misero da parte le rimostranze che si basavano su concetti di giustizia e correttezza con queste parole.
“Poiché voi sapete tanto bene quanto noi che, nei ragionamenti umani, si tiene conto della giustizia quando la necessità incombe con pari forze su ambo le parti; in caso diverso, i più forti esercitano il loro potere e i più deboli vi si adattano”
Se questa cosa non vi piace, l'unica cosa che penso si possa fare è cercare di essere voi stessi promotori, nella vostra cerchia sociale, di un sistema diverso, ma non con le chiacchiere, che contano pochissimo, ma con gentilezza. E questo forse è più difficile che fare la rivoluzione armata.
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